NAWROZ

21 marzo: è ufficiale, è primavera!

Con il passaggio dalla stagione fredda alla stagione della fioritura (equinozio di primavera), in Asia minore, nei vasti territori che furono una volta sotto l’impero persiano, legati da forte radici zoroastriane, il primo giorno di Primavera corrisponde alla festa di capodanno, alla festa del Newroz (usanza comune ai popoli indoeuropei).

 I kurdi escono in famiglia vestiti tutti a festa per fare picnic in mezzo ai campi e alcuni uomini salgono sulle colline e accendono dei falò per annunciare a tutto il mondo la fine del freddo e augurare la fine dell’oppressione.

Infatti, secondo quanto narra la leggenda, si festeggia il Newroz per ricordare la vittoria degli oppressi sugli oppressori.

Si narra che un re-orco molto potente (Dahik) rese il popolo in schiavitù e miseria senza mai saziarsi della sua brama di ricchezza e potere. Questo re soffriva di una strana malattia, il cui rimedio, secondo i medici accorsi alla sua corte per curarlo non esisteva, ma per mantenerlo in vita egli doveva periodicamente mangiare il cervello (o bere il sangue secondo altre versioni) di un giovane fanciullo maschio in buone condizioni. Il re pretendette dai suoi sudditi, almeno una volta alla settimana, di cibarsi dei propri figli. 

In un piccolo villaggio vicino al castello del re viveva un umile fabbro, Kawa (o Daku secondo altri racconti), padre di ben sette figli. Il re cominciò quindi a prelevare uno dopo l’altro i figli del povero fabbro. Arrivati al settimo ed ultimo figlio, Kawa decide di ribellarsi al triste destino e si lanciò alla volta del castello in cerca del tiranno. Una volta uccise le guardie, colte di sorpresa, si trovò faccia a faccia con il re, e lo decapitò con un solo colpo di spada che aveva appena finito di forgiare. Il popolo è finalmente libero dalla tirannia! 

Quando la popolazione ne venne a conoscenza, decise di annunciare la notizia accendendo sui monti del paese dei grandi falò visibili da molto lontano (secondo altre versioni l’accensione dei falò sui monti era il segnale per il popolo di iniziare l’attacco).

Altre versioni, in parte simili, della tradizione mitologica (soprattutto per i Kurdi) parlano della rivolta popolare guidata dal fabbro Kawa contro il tiranno Dehok. La leggenda narra che Dehok aveva sulle spalle due serpenti che doveva nutrire ogni giorno con il cervello di due giovani. L’addetto all’ingrato compito decise di risparmiare almeno uno di essi, utilizzando il cervello di un montone. Dai giovani segretamente salvati, che dovevano scomparire per sempre nascondendosi tra i monti inaccessibili, è nato il popolo dei curdi.

Dopo la vittoria, Kawa fa accendere fuochi sulle vette delle montagne per comunicare la buona notizia a tutto il paese.

A prescindere dalle varie versioni, da quel giorno, il 21 marzo è la data simbolo della vittoria del bene sul male, della luce sulle tenebre e fu chiamata Newroz: il termine deriva dall’unione di due parole antico-persiane, ovvero nava (nuovo) e rəzaŋh (giorno), e significa perciò “nuovo giorno”.  In onore di Kawa e della libertà ogni anno i curdi festeggiano mangiando, bevendo e soprattuto ballando intorno al fuoco, come tutte le feste all’origine del mondo, nella speranza che questo popolo possa vincere ancora sulla tirannia. Il Newroz viene considerato un importante momento di unità nazionale, ed è considerata festa religiosa per la fede Baha’i (Iran). Presso ogni cultura si sono ovviamente sviluppate varianti della stessa festività, così il suo stesso nome ha subito modifiche a seconda dei dialetti e delle lingue locali (Newroz, Nowruz, Nauruz, Nauryz, Noe-Rooz, Nawroz, Norooz, Noruz, Novruz, Noh Ruz, Nauroz, Nav-roze, Navroz, Naw Rúz (presso i Baha’i), Nevruz, Sultan Nevruz (specialmente in Albania), Наврӯз, Navruz (specialmente in Turchia), o Nowrouz. La festa che celebra il nuovo anno è festeggiata in Iran, Iraq, Siria, Azerbaigian, Georgia, Afghanistan e Albania, in Paesi dell’Asia centrale tra cui l’Uzbekistan, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e presso le comunità iraniane in Iraq, Pakistan, Turchia e Turkmenistan e presso le comunità curde nel mondo.Il termine veniva utilizzato già all’epoca dell’impero partico e sasanide, stando a fonti che risalgono al II secolo dopo Cristo, ma la festa veniva già celebrata durante il periodo degli Achemenidi (VII-IV secolo a.C.), ed era il giorno in cui i popoli delle nazioni sottomesse portavano doni all’Imperatore. Stando alla tradizione mitologica iraniana, il Newroz viene fatto risalire addirittura a circa 15.000 anni fa, all’epoca del leggendario re persiano Yima. Questi, figura mitica dello zoroastrismo, viene solitamente indicato dalla tradizione come l’ideatore della festività, allora una celebrazione dell’arrivo della primavera. In seguito Zoroastro, profeta dell’omonima religione, riorganizzò la festività in onore di Ahura Mazda, divinità principale del pantheon iraniano pre-islamico.Recenti ricerche attestano come, 12 secoli più tardi, nel 487 a.C., l’imperatore persiano Dario fece celebrare, con grandi preparativi, il Newroz nel suo palazzo reale a Persepoli; in quell’anno, infatti, il sole cadde esattamente al centro dell’osservatorio astronomico costruito nel palazzo; questo evento eccezionale, previsto dagli astronomi persiani, venne visto come un segno di buon auspicio per il regno.

Successivamente, il Newroz divenne festa nazionale dell’impero persiano sotto la dinastia dei Parti (248 a.C.-224 d.C.); le più ampie documentazioni dei festeggiamenti del Newroz in tempi antichi provengono però dall’epoca di Ardashir I, capostipite della dinastia dei Sasanidi (224-651). Durante questa dinastia, infatti, il Newroz divenne la festività più importante dell’anno e, in quest’epoca, vennero introdotte tradizioni quali l’udienza pubblica del sovrano, l’amnistia ai prigionieri e lo scambio di doni. Il Newroz è stata una delle poche feste dell’antica Persia.

La Giornata internazionale del Newroz è stata proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nella sua risoluzione A / RES / 64/253 del 2010, su iniziativa di diversi paesi che condividono questa festa.  Il 21 Marzo è pertanto internazionalmente riconosciuto come Giornata Internazionale del Newroz. La risoluzione accoglie con favore gli sforzi e le azioni degli Stati membri in cui si celebra questa festa al fine di preservare e sviluppare la cultura e le relative tradizioni. Incoraggia, altresì, gli Stati membri a compiere sforzi di sensibilizzazione e ad organizzare eventi annuali in commemorazione di questa festività. Al fine di diffondere la conoscenza del patrimonio del Newroz nella Comunità Internazionale, invita gli Stati a studiare le origini e le tradizioni di questa festa ed esorta le Nazioni Unite e le relative agenzie specializzate a partecipare negli eventi organizzati dagli Stati n cui viene celebrato.

Il Newroz è inscritto nel 2009 nella lista UNESCO come patrimonio culturale dell’umanità, come tradizione culturale osservata da numerosi popoli. Promuove valori di pace e solidarietà tra generazioni e all’interno delle famiglie, nonché la riconciliazione e la vicinanza, contribuendo così alla diversità culturale e all’amicizia tra i popoli e le diverse comunità, oltre a celebrare il ciclo della vita: la fine dell’oscurità e il risveglio della luce e della natura.

Dopo che nel 1923 con il Trattato di Losanna viene di fatto impedita la formazione di uno “Stato” indipendente curdo, disconoscendo il trattato di Sevres del 1920, con la compiacenza delle stesse potenze occidentali, la popolazione curda si è divisa e sparpagliata nei diversi Paesi. 

Inizia così la lotta politico-culturale e militare di rivendicazione dei diritti delle differenti minoranze curde nei rispettivi Paesi di appartenenza. In tutte e quattro le principali parti del Kurdistan (Iraq, Iran, Siria, Turchia), questo festival è stato a lungo vietato perché era il simbolo più visibile della cultura e dell’identità curda che questi stati volevano annientare.

La celebrazione di Newroz ha le sue peculiarità locali nelle diverse regioni del Kurdistan. Non è solo la “Festa di Capodanno”, ma il simbolo della resistenza e dell’esistenza. Un modo per mantenere viva la propria identità martoriata e violentata nel corso della sua storia.

Alla vigilia del Newroz vengono accesi i falò che simboleggiano il passaggio della stagione oscura, l’inverno e l’arrivo della primavera, la stagione della luce per liberarsi simbolicamente di tutte le disgrazie e le sfortune dell’anno passato. Durante i tredici giorni successivi il 21 Marzo, le famiglie si visitano e visitano le tombe dei parenti morti. Tutti cercano di risolvere eventuali conflitti o incomprensioni dell’anno appena passato.

Bijí Newroz. Che il Newroz duri a lungo.